Una delle ragioni principali per cui si sceglie di intraprendere un percorso di coaching è una ruggente necessità di cambiamento, di spinta all’evoluzione. E’ spesso la risposta a un bisogno che abbiamo da anni di uscire dalla zona di comfort che però è davvero difficile da abbandonare!
Mi è sempre piaciuta la parola “comfort” in tutte le sue sfaccettature: un letto confortevole, un hotel a 5 stelle, una macchina con tutti i ‘plus’, ma anche in assenza di benefit di lusso ognuno di noi cerca di stare in una dimensione in cui le cose ci mettano a nostro agio e ci facciano sentire pienamente nel nostro perimetro di benessere. La letteratura moderna però ci spinge sempre più ad uscire da questo recinto di protezione, sia perché siamo continuamente sottoposti a nuove sfide e cambiamenti, sia perché ci vengono richieste prestazioni migliori ed efficienti in tutti gli ambiti della nostra vita, personale e professionale.
Il rischio di rimanere intrappolati nella nostra zona di comfort
La zona di comfort rappresenta quell’insieme di abitudini, comportamenti e ambienti familiari in cui ci sentiamo al sicuro e protetti, e sebbene questo possa offrire una temporanea sensazione di stabilità, rimanere intrappolati a lungo in questa zona può diventare una vera e propria gabbia, che limita la crescita personale e le opportunità di scoprire cosa c’è oltre il recinto.
Allontanarsi anche solo temporaneamente dalle abitudini quotidiane, ma anche dalle nostre convinzioni limitanti e dalle resistenze, non può farci che bene. Purtroppo tendiamo sempre a preservare il nostro status quo, anche quando non ci soddisfa pienamente, per evitare l’incertezza e il disagio che scaturiscono dal cambiamento. Le grandi sfide, il “nuovo” ci terrorizzano. Riconoscere e rimuovere queste barriere che spesso ci imponiamo da soli, è il primo passo per iniziare a confrontarci con i nostri ‘demoni interiori’. Accogliere il cambiamento e abbracciare l’incertezza arricchirà profondamente le nostre esperienze e ci farà esplorare pienamente il nostro potenziale.
Alcuni studi in ambito psicologico hanno evidenziato come l’esposizione a nuove esperienze sia fondamentale per lo sviluppo delle competenze, l’innovazione e il mantenimento di un elevato livello di benessere psicologico. Questo non significa che dobbiamo svegliarci una mattina e lanciarci con il paracadute o buttare le nostre amate vecchie scarpe, ma arriva sempre un momento in cui ci sentiamo pronti a “gettare il cuore oltre l’ostacolo” e il Coaching ha un ruolo fondamentale in questo percorso di ‘esplorazione’.
Quindi più che uscire dalla nostra Comfort zone, potremmo pensare ad ampliarla. Che ne pensate?
Inizia da cambiamenti minimi e gestibili: anche un piccolo passo può aiutare ad espandere i confini e aumentare la tolleranza al cambiamento. Anche solo cambiare la strada che fai tutti i giorni per andare a lavoro. Definisci degli obiettivi specifici, misurabili e raggiungibili che ti spingano un minimo oltre i tuoi limiti attuali, ma abbastanza sfidanti da richiedere uno sforzo e un impegno nuovi. Fatti aiutare da un coach. Ricerca nuove esperienze che possano stimolare la creatività e l’adattabilità e fallo con una mentalità aperta al cambiamento e flessibile. Circondati di alleati che ti incoraggino a correre dei rischi e a sperimentare, e avvicinati a persone che sono per te da esempio (mentoring).
Quale sarà il nostro più grande ostacolo, ma anche la maggiore risorsa? Il fallimento. E con lui la paura in generale di sbagliare, di sentirsi inadeguati. Va bene tutto: riconoscere che si può fallire e che si può avere paura: questo fa parte del naturale processo di apprendimento e dell’essere “umani”, e può diventare un potente strumento di sviluppo e autoconsapevolezza.
Ma quando è il momento giusto per lasciare comfort zone?
Non sempre possiamo farlo, a volte abbiamo necessità di poter godere della stabilità che ci offre; in alcuni casi se una persona soffre di elevati livelli di stress o disagio psicofisico, ovviamente non è in condizione di mettere in campo altre risorse.
Ho letto da qualche parte che Santa Teresa diceva “in tempo di tempeste non fare traslochi”, il che fa pensare che verosimilmente si agisce meglio quando la pressione si riduce e che magari non è il caso di intraprendere percorsi particolarmente sfidanti, se nel mentre si sta combattendo con una serie di eventi che ci rubano energia.
Il segreto è trovare un giusto equilibrio. Quando sarete pronti, insieme al vostro Coach, potrete pianificare un bel viaggetto al di fuori di voi stessi, valutando insieme obiettivi, alleati e anche eventuali ostacoli. Potrete fare rientro “a casa” quando volete, ma la consapevolezza, la pienezza del vostro animo dopo essere stati in grado di sperimentare ciò che vi faceva paura, vi renderà più forti e più liberi. Invincibili.
Piccoli grandi Eroi.