Il dialogo interiore. Ciò che ripetiamo a noi stessi condiziona il modo di affrontare le circostanze. Vediamo come orientarlo al nostro benessere.
Che dialogo interiore intratteniamo con noi stessi? In che modo ci giudichiamo?
E ancora: ne siamo consapevoli?
La nostra voce interiore ci accompagna costantemente durante la giornata. È come un rumore di sottofondo fatto di valutazioni e giudizi che riguardano non solo le persone e le situazioni con cui ci confrontiamo, ma anche noi stessi e la nostra performance in ogni ambito.
Il modo in cui parliamo a noi stessi, in particolare, è fondamentale e cambia la prospettiva da cui vediamo le cose e quindi anche i comportamenti che assumiamo per affrontare le situazioni che ci presenta la vita.
Non sempre però i messaggi che rivolgiamo alla nostra persona sono positivi. In alcuni casi è come se nella nostra mente ci fosse un giudice severo che punta continuamente il dito contro di noi svalutandoci. Ė questo giudice interno che interviene quando ci sentiamo inadeguati o sbagliati.
“Che stupido”. “Non sono in grado”.“Ho sbagliato anche stavolta”.
Ti capita spesso di ripeterti frasi del genere?
Ebbene, vuol dire che il tuo dialogo interno non è funzionale al raggiungimento dei tuoi obiettivi e ti sta impedendo di essere felice. Ciò che può davvero renderci felici e soddisfatti della nostra vita infatti sono i nostri pensieri. La buona notizia però è che con un po’ di allenamento siamo in grado di cambiarli.
Il dialogo interno, del resto, gioca un ruolo determinante anche nell’ambito della performance sportiva. In questi casi è fondamentale focalizzare l’attenzione sui gesti tecnici e restare nel momento presente, invece di spostare l’attenzione sul giudizio relativo alla propria performance e sul futuro.
“Il modo in cui giochiamo il nostro gioco interiore spesso fa la differenza tra il nostro successo o insuccesso.”
Parlare a noi stessi in modo ipercritico invece che da alleati è una vera e propria zavorra che ci appesantisce e ci rallenta in tutti gli ambiti della nostra vita.
Se diciamo a noi stessi che abbiamo fallito, penseremo automaticamente di essere dei falliti e sentiremo nel profondo di non valere nulla. Questo innescherà un meccanismo che ci predisporrà a trovare la conferma di questa evidenza nella realtà e, oltretutto, renderà invisibili ai nostri occhi tutte quelle circostanze che condurrebbero alla conclusione opposta.
Osservarsi in maniera troppo rigida impedisce di vedere nuove parti di noi stessi che stanno emergendo, cambiando e migliorando. Se ci atteggiamo a critici inflessibili di noi stessi finiremo per sminuire il valore dei progressi fatti. Ci sentiremo sempre al punto di partenza, malgrado l’impegno.
Al contrario, se cominciamo a parlare a noi stessi in modo più indulgente, riusciremo a vedere ogni eventuale errore come una lezione invece che come un fallimento.
Partiamo dalla consapevolezza
Il punto è che spesso non riconosciamo affatto la presenza del nostro dialogo interno.
Finché non diventeremo consapevoli della sua esistenza e del contenuto dei suoi messaggi, aderiremo acriticamente ai suoi giudizi negativi. Finiremo quindi per identificarci con essi. Nel momento in cui cominceremo a riconoscerlo, potremo comprendere che di tratta solo di una parte di noi e che non c’è nulla di oggettivo nei suoi giudizi. Sono semplici opinioni e come tali perfettamente contestabili.
Provate a prestare attenzione al vostro dialogo interiore quando assume connotati negativi. Vi suona familiare? Spesso ripete giudizi negativi che qualcuno per noi importante ci ha indirizzato in passato e che abbiamo interiorizzato.
Anche se alcuni pensieri negativi trovano origine nel nostro passato, oggi possiamo cominciare ad adottare nei nostri confronti un atteggiamento più costruttivo. In questo risiede la nostra libertà di scelta.
Se ciò che il nostro giudice interno ci ripete sta limitando la nostra vita, possiamo infatti decidere di non aderirvi e allenarci a vedere noi stessi in una chiave più positiva.
Allenamenti per un dialogo interno più costruttivo
Vi propongo questo esercizio per lavorare sul parlare bene a voi stessi: prestate attenzione al modo in cui parlate a voi stessi durante la giornata e appuntate ciò che vi ripetete in un diario. Segnate su una colonna tutte le volte in cui vi siete parlati da alleati. Segnate invece sull’altra colonna tutte le volte in cui vi siete atteggiati a critici spietati di voi stessi. Nel primo e nel secondo caso che frasi vi siete rivolti? Come vi siete sentiti?
Noterete che, quando vi parlate da alleato, le cose funzionano meglio anche quando non sono proprio positive. Perché allora non provare ad aumentare la frequenza delle volte in cui trattiamo noi stessi in modo più costruttivo? Si tratta del primo passo per avere successo in tutti gli ambiti.
In altre parole, possiamo scegliere la persona che vogliamo essere scegliendo di rivolgere a noi stessi quei messaggi che hanno l’effetto di espandere la nostra vita e renderci liberi di esprimere la nostra essenza e unicità.
Soprattutto all’inizio non è facile ma questa è l’unica strada per liberare il nostro potenziale e vivere la vita che desideriamo per noi.
Per info: sibilla@coach2coach.it